DE' MORLACCHI. 133 ànno merito alcuno, nè s’intraprendono giammai , quando Bacco non vi fopraintenda, o per meglio dire, quando le tefte de’ danzanti non fieno ripieni di quefta Deità. Vengono chiamate col folo nome di K&ìo da ciò, che ordinariamente i danzanti ( ed in quefti entranvi uomini, e Donne ) formano una figura circolare danzando . Se io non foifi fiato più volte ipettattore di quefte ruftiche danze, forfè crederei al Fortis, ch’effe fi fanno al fuono di qualche frumento, adoprato da qualche valente nel me-itiere, ma ora non fono in iftato di afferire una .co-fa a capriccio. Non può negarfi , che nel tempo i-fleffo, che fi danza, non vi fieno molti , e varjftro-menti da fiato, quefti per altro ànno tanto che fare colla danza, quanto i givochi di forza, odeftrez-za, che fi fanno a parte. Tutto che vi fienode’Cantori fuori della danza, nulloflante i danzanti , girando lentamente, e tenendofi per mano 1’ un l’altro, cantano anch’effi, ed è molto comune fra quefti una Canzone, che comincia > Odi u Kolo dufeo mojci e c. „ Vieni in cerchio anima mia ec. Il cerchio, cioè il Kolo cangia forma ad ogni iftan- te, que un’ arbitraria congettura del Fortis , che i bailo rilievi già detti fieno le zuffe de’varj pretendenti di tina fanciulla . Egli però fu mal informato, poiché 2 Mramor, ed a Cifta non vi c ftato, come neppur io. Ma tutti quelli , (molti de’quali potevano decidere) che ànno veduto i fepolcri, ove fono (colpite le furiferite figure , mi diflero, eh’ elle vogliono dinotar te Felle Nuzziali, e non altro.