DE’ MORLACCHI, 313 quella interpretazione, che più gli piace . Ma con-vien dire, ch’egli abbia icoperto del demerito infe, e non fapendo acquiftar riputazione in altro modo, voleife renderii iliuilre colla immaginaria nobiltà de’ fuoi antenati. La terza volta l’anno paiTato , a nome di un fuo Nipote, che fé la va pattando tranquillamente alla cura del gregge , benche in poca quantità, e che non Teppe mai leggere , rtampò il furiferito libriccino de’Medicamenti Jemphci, e ciò fece ad oggetto, che la pofterità non perdeiTe sì bei lumi, eh’e’ raccolfe, e pubblicò, dando a vedere Tempre più, com’eflo dice , quanto la iua famiglia fia giovevole al Mondo, ò* , fogaiunge delirando , do- XT • C CX" N cimenta, damus , qua origine nati Jumus . Non mi ipriri l’animo di legger tutto, e con ierietàil fuonaufean* tif- la Bofnia ? Ma chi non fa , che la barbarie Religiofa , li tirranide Ottomana, e la ignoranza Nazionale ànno fatto in-trelciar talmente le genealogie delle famiglie , che farebbe ormai vano il cercar lumi di sì rimote anticaglie? E poi come riandar con certezza alle forgenti delle famiglie Bofnefi fe anticamente in ilpezialità fi mutavano i cognomi da generazio ne in generazione ? Si fupponga che Marco fofle fiato Padre di Filippo , e Filippo di Pietro , e Pietro di Lorenzo , e così in feguito. Filippo ch’era figlio di Marco , fi chiamava Marco-vich : Pietro , ch’era figlio di Filippo , Filippovich , e Lorenzo ch’era figlio di Pietro fi chiamava Tetrovicb . Poteva dar il caiò, che Filippo, Pietro, e Lorenzo, Padre, Figlio, e Nipote fofiero fiati tutti e tre ammogliati in una cafa fo* la. Com’è polfibile confervar la genealogia in una confuficn così grande? Quanto meglio la intendono i Dalmatini di oggi giorno ( parlo di quelli > che non fi vergognano del ca> gnome Slavo, e che non lo Italianizzano ) a non mutar cognomi da Padri in figli , ma quello che lafciano i Padri » tramandano ai figli, ed ai Nipoti,