£> E’ MORLACCHI. 135 §. XVII. Cojìume. & Ci Hi aveiTe voglia di formar un vero fiftema dell’ 4 uomo nel luo flato naturale, fra’notòri Morlac-chi vi porrebbe trovar che dire . La iincera cordialità dell’animo non è trattenuta in verun modo dalla debolezza de'riguardi umani. Qui fi parla , e fi agifce fempre con una naturale fchietezza , ma le funzioni le più femplici della Natura fono accompagnate dalle cerimonie. Se s’incontrano Donne, o fanciulle co’conofeenti, od amici Nazionali fu piaz-ziali delle Chiefe, per iftrada, in Città , in villa , ed in qualunque luogo fi baciano fcambievolmente, come fe foifero di un folo feffo . Le cerimonie , che precedono il bacio, fono molto bizzarre. I.e Donne in alcuni difiretti , e quafi tutte le Morlacche del rito Greco prima di baciar la Perfona di qualunque feifo ella ùnfi > s’è di rango , o di età maggiore , ufano di far un profòndiflìmo inchino alla Perfonà ite ila . L’ufo poi le obbliga d’imprimere de’ bacj nelle guancie , negli occhi , nella bocca , e net fronte , dopo la cui cofa tornano ad in- Géti, (ora noítri Morlacchi) allorché vive» cfiliato fra eífi di: ce che vi eran i giochi di palla, e di truco. Lufus equis nunc éjt: levibus nunc luditur Arntist l'lunc pila , nunc celeri bertitur orbe troctis Eleg. 1. lib. 4. trifle