DE’ M O R L A C C H I . 141 che fenza la ifpirazione di Bacco non mai ben fi ita-bilifce il contratto matrimoniale ad ufanza degli antichi Romani, che ne’banchetti trattavano delle co-fe Divine, e pertanto le più ferie. ( a ) Finita la cena il più riipettabile de’Trofzci , premeifa la cerimonia ,, ié il dettino avrà ilabilito “ dice, ch’e’vo-rebbe contraer amicizia colla caia , da cui è ofpital-mente , e con amore accolto , e quefla farebbe di formar il matrimonio tra uno della iua famiglia, eia fanciulla, che viene ad eiiere figlia , o in qualche modo parente a quello, da chi ella fi richiede. Risponde il Capo di famiglia ad una tal richieda ai Trofici tutti: ,, andate a caia ; lafciateci efaminare , „ e tornerete a udir la decifione un altro giorno, che viene Affato . In quello frattempo efaminano i parenti della fanciulla lo flato dello Spofo , di cui talotta vanno a vifitar la caia. Il Fcrtis dice ,, che „ in qualche paefe , la giovane ileifa va a vifitar la „ caia, e la famiglia dello Spofo propoilole , prima ,, di pronunciar un sì definitivo . te Che la cofa fin così, io non vorrei aificurare , ma s’ella è, non farà poi vero ciò, che al Fortis fcappò dalla penna, che non fi fuol badare alle circoitanze di chi chiede la parenti della flefla, in Caio diverfo fene tornano addietro colle loro provigioni, ed eifi la intendono meglio degli altri. ( a ) Perfio in una delle fu e Satire sferza i Romani , perchè trattavano di cofe Divine ne’banchetti. .....Ecce inter poetila qu