2oS DB’ COSTUMI bene, che ne’ luoghi illuminati quella forte di devozioni farebbe di molto fcandolo , ma tra l’innocenza de’ noilri Morlacchi ella è una cofa l'anta, ed ai facri abuiì fupplifce la devozione di quefti buoni popoli . E fe anche molti Eccleiìailici della Mor-Iacchia fpacciano i già detti Zaptjt per ritrarre illecito guadagno dalla timida credulità ed ignoranza del popolo, io fofpetto, che molti altri forie ciò facciano per pura innocenza, e ad oggetto di far del bene. Il Fortis dice, che il concorfo de’Turchi per la provvida de’ Zapife fa, che fi mantenga in riputazione quella dannevole mercanzia. Io non oferò negare, che i Turchi non fi facciano fare de* Zapìji da* noilri Ecclefiailici, ma non fono arrivati mai, come vuole lo ileifo Fortis, a fpedir dell’elemofina per far celebrar delle Meife alle Immagini della B. Vergine, e chi gli diede fimil notizia, diiTe una folen» ne corbelleria. Un’altra fuperflizione aiTurda è quella de’ carboni di S. Lorenzo, che ridotti in polvere fono atti ad eitirpar la febbre terzana, e fono giovevoli a molte altre malattie. Quelli carboni fi trovano il giorno di S. Lorenzo fotto qualunque faifo', che non fia flato moiTo per un anno intiero. Io non alficurerei, che i Morlacchi non acquiflafTero qual-ch’ernia nel rintracciar fotto enormi moli de* faffi i car- c percuotevano con coreggia chi volevano elfi , che avefl"< prole. Ovidio ne parla chiaramente. Tiupt* quid, éxpeftasì T^on tu polltntìbtts berbis , T^ec prece, nec magico carminé Mater eri s * Excipe fœcunde patienter verbera dextrœ Jarn focer optati nomen babebit Avi.