DE* MORLACCHI. 185 bollor di State, fé fi getta in eiTa qualunque pefo, il vento Io dipinge . Di Verno la furia del vento Cavernofo niente fi accrefce, e fé Borea doveife a-ver qualche relazione con citò , foffxarebbe perenne-mente, che non foffia . Credefi anche , che fe il giorno di S. Giorgio piove, v’è abbondanza,di ogni ibrta di biade. Si offervò, che il giorno di S. Giorgio non piovette, e l’abbondanza fu fomma , e vi-ceverfa . Egli è un difetto troppo comune di que', che fono indurati in qualche opinione , oifervar fo-lamente ciò , che loro è parziale. Ma vegniamo alle predizioni, che deducono i Morlacchi dai fegni Celeili. Ebbi motivo di raccor molte itrane opinioni nell’apparizione della Cometa del 1769, e dell’aurora Boreale dell’anno ileiTo. La Cometa per più giorni fi fece vedere verfo la mezza notte nel meie di Agoito, e poi difparve , e tornò comparire di Ottobre . La fua coda volgeva all’ O-xiente, e quello era fegno della ficura diitruzione de’ Turchi per la guerra, che aveano allora co’Mofco-viti. Queila fu la prima opinione. Ma fuccedè, che ai 28. di Novembre dell’ anno ileiìo fi fece fentire un terremoto, che per le memorie, che fi anno in Dalmazia., pochi vi furono de’fimili. Allora diilrut-ta la chimerica fuppoiizione , che la Cometa foiTe caufa della rovine de’Turchi, la credettero l’annuncio di un sì terribile terremoto , ed ebbero ragione, poiché non avvenne un mal peggiore, di cui la po-teifero incolpare. La fera innanzi a quello terremoto forfè aU’improvvifo il vento Boreale, ed il contrailo de’nugoli, più neri del carbone dimoitrava una quantità di materia ellettrica in aria. Furono oifervati la notte ileila alcuni lampi a Ciel fereno, e quelli fono atti a metter in fomma coilernazione il popolac- A a ciò,