DE’ MORLACCHI. 183 to 1 che in effa cade. Di quelle mezze Felle, di cui fi potrebbe riempire mezzo Lunario, ne fono il più delle volte origine gli Ecclefiallici, che non pensando alla neceifità de'lavori di Campagna , diilolgono i Morlacchi da molte miglia lontani ad udire una Meffa imponendo loro per debito , quando per tale none decretato dall’autorità della S. Madre Chie-ia, e talvolta li obbligano ad offrir una data e-lemoiìna, pria di dar permeilo loro di lavorare. Quelli abufi fcandalofiffimi fi rendono di giorno in giorno Tempre più intollerabili. I colori dell’ Iride , o ila arco celelte, fono i legni della buona, o cattiva raccolta del vino, o dell’oglio. Marco Antonio de Do• minu nòilro Dalmatino fu il primo, che coll’ efpe-rienza à dimoftrata la ragion de’colori nell’iride, ed un celebre Filofofo oltramontano non iì vergognò di appropriarli il fuo ritrovato . E’ cofa forprendente , che i Dalmatini di que’tempi barbari non lo abbiano prefo per Iftregone, o Mago; ma la turba de’ fanatici, ed ignoranti non mancò di farlo impazzire colle perfecuzioni, ed alcune fue proporzioni mal intefe, lo proclamarono Eretico . Un tale affronto irritò a fegno il Domini*, che dimenticandoli , come ii pretende, i doveri di vero Criftiano, fcriffe qual-ch’empietà contro la noftra fanta Religione. E perchè tra le altre vi era anche quella , che i Vfcfcovi devono avere la ileffa autorità, che i Papi, Fu chiamato a Roma , ove fendo abbruciato pagò il fio della fua Dottrina. Torniamo a” Morlacchi . E£- ii anno le loro oilèrvazioni anche in propofito de* venti Boreali, che per mancanza anche degli alberi dominano sì fortemente in alcuni luoghi della Dalmazia , e fpecialmente a Sign , che non di rado portano i tetti delle povere capanne di paglia in a-