D E’ M O R LACCHI. 137 rechi a ingiuria, fe viene Sprezzato dall’amante .Ef-il in quefto, come in molte altre cofe ammettono il fataliSmo, ed anno fpeifo in bocca quel proverbio Così doveva [uccedere, così era. Jtabilito , molto analogo a quel degli antichi ftc erat in fatis. Gli amanti Morlacchi ignorano affatto l’arte di comunicarli Scambievolmente i proprj peniìeri per lo furtivo, e galante mezzo di lettere, origini d’innumerabili Seduzioni , ma quefto merito è dovuto alla loro inScienza di leggere, e Scrivere. Se taluno è flato così Scaltro di a-ver amoreggiato con diverSe in una volta , ciò non pafla punto per maniera di Mondo, e di Saper vivere, e diviene il rifiuto di tutte le amanti in Seguito . Ne’ Morlacchi ii verifica molto ciò , che Metaftafio mette in bocca di uno Scita Cangia di affetto CiaScun a Suo talento: Ama finch’è diletto, E tralaScia d’amar, quando è tormento. Languori amoro/i, affanni , convulsioni , SoSpiri , pianti, ed altre tali nojofe galanterie, le Sono coSe , che ii ergerebbe buon numero di anni pria , che ii affrattellaffero ne’ rozzi petti de’ Morlacchi. Eifi non anno preliminari di Sorte alcuna a loro amori : efii li ftabiliScono in Su due piedi tofto, che loro viene in capo, onde non averii a pentire di aver perduto qualche tempo Senz’amoreggiar , quando potevano . Le tenerezze non eSprimono, che con gli occhi , o quel, ch'è più frequente co’ bacj, coSa comuniflìma già fra gli ambedue i feflì, anche non amoreggiando. A qualche Foreftiere il modo fembrerebbe un po’ fcandolofo, ma eifi credono, che quefto Zia iive- S ro