174 jugoslavi, non potrebbe riuscire che dannosa alla Piccola Intesa, la quale deve realizzare un nuovo e più vasto programma : la ricostruzione economica centro-europea. Il delegato cecoslovacco insiste sulle necessità di una federazione centro-europea. Nei riguardi della Russia il delegato ceco sostiene il principio della libertà d’ azione. Dal canto suo la Romenia respinge la richiesta del fronte unico antitaliano, dichiarando la sua amicizia con l’Italia, e accetta il punto di vista ceco nei riguardi della Germania, e non si preoccupa dell’ atteggiamento dei suoi alleati nei riguardi russi, certa d’ una più vasta e più efficace solidarietà delle grandi potenze europee. La Jugoslavia, agnostica nei riguardi della Germania, indifferente nei riguardi della Russia, constata il suo isolamento nel complesso della Piccola Intesa, il suo isolamento nei Balcani col prestigio diminuito da un grande insuccesso diplomatico. Ma non soltanto il programma positivo e internazionale, anche il programma negativo della Piccola Intesa appare superato e esaurito : l’Ungheria non è più sotto controllo. Anzi ha fatto la sua rentrée nella politica internazionale col patto di amicizia con l’Italia, patto che è elemento di equilibrio e di sicurezza nel caos danubiano.