32 fallì : i croati erano stanchi di combattere, e poiché crollava l’impero austriaco per il quale avevano una incondizionata devozione, sentivano che la loro missione era compiuta. Il Consiglio Nazionale di Zagabria non aveva alcuna autorità, non rappresentando che una esigua minoranza di professionisti della politica. E fu allora soltanto, che paventando 1’ avanzata italiana, decise, suo malgrado di stipulare un accordo che, in quasi un mese di discussioni e di trattative, dovea tramutarsi in completa dedizione. Dunque, non per diritto di conquista, ma per accordi liberamente stipulati, i croati hanno aderito al nesso statale jugoslavo. Naturalmente i serbi hanno sempre respinto, e respingono ancor oggi la tesi croata, mentre dal loro canto i croati respingono la tesi serba. L’ antitesi è quindi evidente, ed è insanabile perchè deriva da un accordo stipulato sotto l’ipotetica minaccia di una avanzata delle truppe italiane in regioni che i croati sostengono essere abitate esclusivamente da slavi. Ora la politica estera dell’ Italia, contrariamente alle suggestioni straniere, si dimostra sempre più pacifica. Non si può sostenere che la scissione dello stato S. H. S. non muterebbe sensibilmente l’equilibrio delle forze politiche dei Balcani ; ma è certo che 1’ Italia non ha alcun interesse di provocare co-desta scissione, o comunque nè la impedirebbe nè la favorirebbe. Se mai potrebbe intervenire perchè ririmanga impregiudicato 1’ equilibrio balcanico. E a dimostrare la verità di codesta asserzione basterebbe il corretto atteggiamento dell’ Italia di fronte alle recenti crisi dello stato vicino. Quindi il pericolo italiano, quell’ immaginario pericolo che aveva unito