232 contro la oppressione magiara, appare come un cimelio sacro ma inutile nel difficile momento. Ed è perciò che « lo stato dei serbi croati e sloveni » delle province austro-ungariche, al quale Carlo d’Asburgo ha fatto il cospicuo dono della flotta imperiale e reale, rimane una espressione patriottica, senza alcun riferimento politico, e il Consiglio Nazionale, organo supremo di codesto stato embrionale, impressionato dall’ avanzata delle truppe italiane, un mese dopo il crollo della Monarchia, decide — senza raggiungere 1’ unanimità — di aderire alla Serbia già quasi ricostituita dalle truppe alleate. Il 1° dicembre 1918 il principe Alessandro di Serbia riceve l’indirizzo del Consiglio Nazionale dei serbi, croati e sloveni, col quale esso Consiglio chiede 1’ unione di tutti gli slavi meridionali, già affermata il 19 novembre. A questo indirizzo il principe Reggente di Serbia risponde proclamando « in nome di S. M. il re Pietro 1’ unione della Serbia con le province dello Stato indipendente dei serbi croati e sloveni, nel Regno unitario dei serbi croati e sloveni ». Da questo breve riassunto storico, nei riguardi dei rapporti fra croati e serbi, è facile trarre le seguenti deduzioni : 1) che uno stato croato, sebbene ri-