141 valore contingente. Non è escluso che il patto di Roma sia la base per una vasta e profìcua azione politica dell’ Italia nel bacino danubiano. Ma non si deve dimenticare che 1’ Ungheria in questi anni d’isolamento ha tentato e probabilmente tenterà ancora tutte le vie per risolvere nel modo migliore i suoi problemi. Non è esigua nè senza consensi la schiera di coloro che non hanno rinunciato a un avvicinamento magiaro-romeno, che non soltanto risolverebbe la questione degli optanti e del-l’isolamento, ma anche quello della dinastia. Il conte Bethlen ha tutte le premesse sentimentali per prendere in considerazione una soluzione di questo genere che, oltre ai suddetti vantaggi avrebbe quello di modificare sino a un certo punto i rapporti fra Ungheria e Piccola Intesa. A meno che un blocco magiaro-ru-meno non susciti a Praga serie preoccupazioni che potrebbero anche essere giustificate. Anche nei riguardi della Jugoslavia esistono degli elementi che non escludono delle intese, come ad esempio, per la questione dello sbocco al mare. Il discorso di Horty a Mohacs che inneggiava all’amicizia magiaro-jugoslava, se pure ebbe per fine di ostacolare la soluzione della questione dinastica secondo i progetti di Bethlen, e di garantire con 1’ appoggio dei jugoslavi la reggenza di Horthy — che i jugoslavi preferiscono a una qualsiasi restau-