L’ ex-impero degli Asburgo, nonostante la sua rapida evoluzione economioo-sociale del-l’ultimo cinquantennio, era rimasto, fino al momento della catastrofe del 1918, uno stato sui generis, in cui accanto a istituzioni sociali moderne, sussistevano numerosi residui del sistema feudale. Nel parlamento, dove un grande numero di deputati socialisti imponevano e ottenevano cospicue riforme ispirate alle più ardite innovazioni sociali, titolari di vasti feudi, ed eredi di storiche famiglie tutelavano i loro diritti di classe privilegiata. Medio-evo e modernità coesistevano, e i loro non rari conflitti venivano appianati dalla suprema autorità della dinastia e della Corte, unici arbitri contro i cui giudizi non esisteva appello. Ma caduto l’impero e sorti i nuovi stati su basi democratiche, una revisione della struttura economica e sociale si impose immediatamente. E Cecoslovacchia e Jugoslavia e Romenia sentirono la necessità assoluta di procedere ad una radicale riforma agraria.