158 mente con centro a Vienna. A questo solo patto vi aderirebbero anche gli austriaci. Ma la Piccola Intesa che è già in funzione, che ha già svolto quasi tutto il suo programma impedendo il ritorno di Carlo d’ Asburgo a Budapest, appoggiata in quell’ azione dall’ Italia, legata dalla nota convenzione antiasbur-gica di Sforza, repugna a codesta soluzione. Il governo ceco accede all’ idea di una confederazione, ma il centro ne deve esser Praga. Ormai, Piccola Intesa e governo francese, salvo questa piccola divergenza, sono pienamente d’ accordo : la Piccola Intesa accanto al suo caposaldo, che si riferisce alla tutela dei trattati di pace, accoglie l’idea d’ una federazione economica danubiana, della quale dovrebbero far parte anche i due paesi vinti. L’incontro Hainisch-Masaryk a Lana assicura, salve le note riserve, 1’ adesione austriaca. La Piccola Intesa ha già un programma politico danubiano, negativo per la sua essenza, e un programma economico danubiano. Ma Benes ha vaste ambizioni : vuol dare a codesta alleanza funzioni e influenza internazionali. s{c ^ * Il conflitto italo-jugoslavo per l’Adriatico, attraversa intanto, tutte le note fasi e non accenna a risolversi. Il trattato di Rapallo