LIBRO Q.U I N T O. 281 de’Tuoi , e percuotè alle fpalle i nemici con tanto furore , 1651 che le galee loro fi allargarono, lafciando la gaiezza piena di fangue, e colma di gloria. Dall’ altra parte Lazaro Mocenigo ferito nella mano, e nel braccio di mofchettata , e di freccia, combatteva intrepidamente con quel genio martiale, che 10 refe famofo j e pur il Capitan Bafsà circondato da fcelti officiali, & agguerrite militie, impiegava ogni sforzo. Dalla galeazza però ufcivano tanti raggi di fuoco, e così folta tempesta di colpi, che niuno ardiva di entrarvi. In fine caricato in efla difperatamcnte un groifo cannone con Tacchi di palle, chiodi , catene, e tutto ciò, che offerì il cafo, e che poteva capirvi, gli fù dato fuoco contra la Reale de’Turchi con tanto Tuccelfo, che aTportata la poppa, ammazzati molti , & altri feriti, e tra quefti, b'cnche leggiermente, l’ifteifo Capitan Bafsà, refe inutile il legno. Atterrite le genti, Maz-zamamma fteffo impaurito più di qualfifìa altro, chiamando ToccorTo fi diede alla fuga , ajutato dal remurchio di alquante galee . A tal’efcmpio voltarono tutti gli altri le Tpalle. II corno finiftro de’ Veneti, che fi era mollo , giunto tardi al pericolo partecipò del vantaggio 3 poiché il Cpitan di Golfo con Domenico Diedo Sopracomito afflili, e TottomiTe una delle maone. Il Luogotenente del Capitan BaTsà, Tubito che vide il corpo di battaglia Tcoperto , con diciotto galee de’ Bei, e con Tedici navi a remurchio, fi molle per guadagnar 11 vento, & aiTalir il Capitan Generale alle fpalle, & a'fianchi. Ma quefti unitoli col deftro corno, e formando un Tol corpo, fi avanzò ad incontrarlo ; quando che vedendofi paT-far il Capitan BaTsà così maltrattato , prefero le galee de’ Turchi tanto Tpavento , che fi diedero tutte alla fuga , la- Pu , d Tciando le navi in preda de’ loro nemici . Nè valTero a fer- Titubi. marli le grida, i rimproveri, i fifehi de'marinari, e foldati, che beftemmiavano la viltà de’ compagni ; poiché fatti fordi dalla paura, allontanandofi , non curarono i danni altrui, nè la propria vergogna . Potevano però difenderfi quelle navi fortiffime per k mole, e per l’armamento . Mà il Capitan Generale Tenza laTciarli rimetter dalla confufionc , & dallo ftordimento, affali un poderofo vafcello di Barberia con tal ferocia , 'che in breve tempo fù Tottomefìb, tagliati a pezzi ot-