138 dopo la sua prima apparizione, re Carlo d’ Asburgo giunge in Ungheria per riprendere l’esercizio del potere reale. La sua comparsa è giustificata dalla legge costituzionale ; egli è nel suo pieno diritto. L’ opinione pubblica gli è favorevole e 1’ accoglie con entusiasmo. Stefano Bethlen che in quel momento è Capo del governo intuisce rapidamente la gravità della situazione. La Piccola Intesa è pronta a invadere il paese disarmato, e accusa 1’ Ungheria di tentare folli avventure. Bethlen decide inesorabilmente contro la restaurazione. Il giorno 31 ottobre una nota dell’Intesa chiede che 1’ Ungheria proclami la decadenza degli Asburgo. Il giorno dopo Carlo abbandona il paese. Bethlen subisce le ingiunzioni internazionali, ma in segno di protesta si dimette. Con le sue dimissioni (14 nov. 1921), a cui segue il reincarico, egli dimostra ai gruppi politici che lo rimproverano, che la « spietata detronizzazione del re legittimo », egli 1’ aveva fatta non per ragioni di principio, ma per la necessità del momento. Bethlen aveva capitolato ; ma 1’ Ungheria era salva e mai, come in quei giorni, col consenso del governo, i partiti monarchici organizzarono così enormi manifestazioni in favore della restaurazione asburgica. Le difficoltà, fra le quali egli svolse e svolge la sua politica, lo costrinsero e constringono ad essere cauto, a sfuggire a ogni mani-