CAPITOLO SECONDO Scrivendo così all’Ambasciatore francese presso la Santa Sede, egli voleva che l’Ambasciatore stesso non perdesse idi vista una controversia, che avrebbe potuto avere delle ripercussioni nel mondo internazionale. Sua Maestà Cristianissima temeva fortemente l’intervento della Corte di Vienna, che avrebbe potuto profittare di questa occasione, per staccare la Repubblica dalla Francia. Il governo di Venezia comprendeva di trovarsi in sempre maggiori difficoltà: una politica fondata su dichiarazioni di rispetto e venerazione per la Santa Sede accoppiate a una irremovibile insistenza perchè fossero specificati i punti lesivi dei diritti della Chiesa era molto debole. Il non saper trovare una soluzione migliore si capiva benissimo, era dovuto alla fermezza di un consultore, che aveva suggestionato i giovani. I vecchi e saggi uomini lo comprendevano perfettamente ed erano « pentitissimi » di aver votato favorevolmente al Decreto. Ma non era troppo facile mutare la situazione. Aveva fatto un tentativo in questo senso il Senatore Giovanni Magno, che aveva lasciato perplesso il Senato: avevano intenzione pochi giorni appresso di parlare forte in Pregadi, il venerando Procuratore Emo e il Senatore Foscari, ma di fronte ad una perorazione del Renier per mantenere il Decreto, approvata da caloroso battimani, anche i due bene intenzionati finirono col tacere. Probabilmente il loro silenzio fu dovuto a diversi motivi: se il Foscari temeva sempre per il bailaggio, il vecchio Emo, esperto della psicologia del Senato, supponeva che ogni confutazione divenisse inopportuna per la facile reazione, che in quel momento ne sarebbe seguita (1). Marco Foscarini parlò, e con franchezza, nella seduta del 10 gennaio 1755, e propose che finalmente fosse sospeso il Decreto per entrare in negoziati, che ponessero termine ad una tanto fastidiosa questione: ma la proposta fu respinta, perchè prevalse la considerazione di attendere più precisa informazione sull’atteggiamento del Papa, sulla sua linea di condotta, mentre si sperava — e non si sa con quale fondamento — che 11 Re di Francia si movesse a difesa dei diritti vantati da Venezia, ed avesse fatta causa comune con questa, per sostenere (1) Arch. Vaticano, Nunziat. Venezia, voi. 217, c. 174, 4 gennaio 1755. — 68 —