8 DELL’ HISTORIA VENETA 1644 opre, Se inficine fi confermò, che intrecciati gl’intereifi de' Principi, e le paffioni degli huomini con gli accidenti della 1 fortuna, tutto pende dal Cielo, e dal filo, con cui Dio libra gl’ Imperii, e miiura i termini de’ Regni, e la forte del mondo. Ma più non è lecito a’ mortali, che oifervando gli effetti, adorarne la caufa , e raccogliendo gli eventi, tramandare a’fecoli venturi per documento, c memoria le no-statepre. titìe degli anni trafeorfi. Tra tanto, che sì gran turbine nel-^ l’incerte, & ofcurc officine del tempo fi condenfava, la Republica , dopo efeguita dal Sommo Pontefice, e da’Principi collegati la Pace accordata in Venctia , riformò buona parte delle fue militie , trattenendo ne’prefidii dieci mila fanti, e due mila cavalli per confervare 1’ autorità, che negli affari d’Italia fluttuanti ancora per la guerra tra le Corone , giuftamentc fe le attribuiva. Nè mancavano appren-fioni di turbolenze maggiori in quella Provincia, per cifer il Papa per la feoffa delle paliate afflittioni non meno , che per il pefo degli anni cadente : onde i Barberini vedendo più fopiti, che feda ti contra di loro gli fdegni de’ Principi , tenevano in piedi fotto il Duca di Buglione quattro mila Fanti, e mille ducento Cavalli Francefi . Inviarono in oltre a Parigi Malatcfta Albano per concertare col Cardinal Mazarini l’elettione del futuro Pontefice, e tentare inficine, fe col negotio, e con vantaggiofe propofte di qualche concambio confeguire poteffero Caftro, già che riufeito non era di tenerlo con la' forza dell’ Armi. Sopra ciò fi fpedì dalla Corona in Italia il Signor di Gremonville per infirmarlo al Duca di Parma,con efibitione di qual più ampia parte del Milanefe, che in ricompenfa voleiie , giache 1’ armi Francefi difegnavano con validi sforzi dì farne conquida. Ma tale progetto, che di fieriffimo fdegno accender poteva l’animo altiero di Odoardo, non gli pervenne all’ orecchie ; po-vlanl^ fàache prima, che l’inviato a Parma arrivaile , morì Urbano a’ventinove di Luglio nel fettantefimo fefto anno dell’ età, e vigefimo primo del Pontificato. Sarebbe egli flato per candor di coftumi, per dottrina, e per cognitione delle cofe politiche degno di connumerarfi trà i maggiori Principi dell’età prefente, fe l’indulgenza co’ fuoi, non havef- fc