CAPITOLO SECONDO pio agli altri Principati, ma ancora perchè il Sacro Collegio e la pubblica opinione non lo rimproverassero di troppa indulgenza e solo giustificassero la sua longanimità. Primo fra i Cardinali figurò il Passionei (1), che, in questo tempo, anche per pressione di alcuni amici, che disapprovavano il suo operato, aveva riaperto la spedizione dei brevi a Venezia, nella sicurezza però, che il Papa si sarebbe deciso ad un provvedimento generale per tutte le Congregazioni nei riguardi della Serenissima. Fu poi invitato il Card. Argenvillières, uomo che aveva assunto particolare importanza sotto il pontificato del Lambertini, per piena aderenza alle massime del Papa (2), e poi anche il Cardinale Millo, pro-datario, che godeva pure la massima fiducia del Pontefice (3), il Cardinale Cavalchini (4) (1) Per il Card. Passionei, cfr. nota 2, pag. 60. (2) Arcenvillièhes Clemente, n. a Roma nel 1687, avvocato concistoriale, creato cardinale da Benedetto XIV col titolo della SS. Trinità al Monte Pincio, il 26 novembre 1753, prefetto della Congregazione del Concilio, protettore dell’ordine dei Minimi. Morì nel 1758. Di Ini è stato dato un giudizio piuttosto rigido dall’Ambasciatore veneto Mocenigo: « si rende questi (Argenvillières) nel pontificato presente, uomo di importanza, quando particolarmente per l’esercizio suo che è ristretto alle sole civili ispezioni, non avrebbe altro che il vantaggio di vedere ogni giorno il Monarca, ed ora entra a dar parere negli affari di Stato. Per dir vero, egli è un uomo di probità ma di nessuna esperienza negli interessi dei Principi, austero ed inaccessibile, scarso di corrispondenza forestiera non solo, ma ancora tra gli stessi palatini. Per l’aura di favore che egli gode sembra che contrasti al Card. Valenti Segretario di Stato, ì’iccesso vantaggioso presso del Papa, che la gran mente di quel Porporato quando voglia gli prema et a lui convenga in mezzo alle più difficili determinazioni e massime, sempre possiede ed ottiene ». Arch. St. Venezia, Relaz. Ambasc., busta 23; Relaz. Alvise Mocenigo IV, 21 maggio 1750. (3) Millo Giovanni Giacomo, n. in Casale di Monferrato il 16 giugno 1695 dei marchesi di Turbine e di Altare, fu legatissimo a Benedetto XIV che lo ebbe suo vicario in Ancona ed a Bologna. Chiamato a Roma e divenuto uditore, il Papa lo creò Cardinale prete, del titolo di S. Crisogono, il 26 novembre 1753, prefetto della Congregazione del Concilio, Protettore della Chiesa e Nazione Bolognese, della Città e Nazione Anconitana, Esaminatore pontificio dei Vescovi. Morì a Roma nel 1757. Diario o sia Giornale, op. cit., pag. 123. (4) Cavalchini Guidobono Carlo Alberto, n. a Tortona il 29 luglio 1683, dottissimo nelle leggi, fu dei giudici e dottori milanesi, avvocato concistoriale a Roma, nominato votante di segnatura, vescovo e segretario della Congregazione del Concilio, canonista della Penitenzieria, fu creato — 72 —