CAPITOLO SECONDO ligenza con la Serenissima Repubblica » (1). Il passo era assai audace, ma non nuovo alla diplomazia pontificia, che anche recentemente ne aveva fatto uso nella controversia per il patriarcato di Aquileia. Il Cardinale Valenti si faceva premura, con le scuse, di insinuare che con questo mezzo si poteva evitare il Concistoro, il che sarebbe stato sommamente utile al compimento dell’affare (2). Di fronte a sì inaspettato passo, non previsto nè prevedibile, l’Ambasciatore doveva agire per conto proprio, non avendo istruzioni in proposito. Credette unico buon partito quello di restituire prontamente il biglietto al Cardinale Segretario, parendogli questo il solo mezzo per salvaguardare gli interessi e la dignità di un governo, che non avrebbe mai tollerato un gesto simile, qualificandolo uno schiaffo morale (3). Tale però non era nell’intenzione della Santa Sede, la quale, conscio o meno il Papa poco importa, voleva con questo dar motivo a nuove riflessioni da parte del Senato Veneto. L’opinione pubblica non avrebbe conosciuto questa manovra diplomatica, e la Repubblica avrebbe potuto con biglietto di altro tenore ottenere dal Pontefice risposta soddisfacente. Se invece Benedetto XIV fosse venuto, ufficialmente, a conoscenza del biglietto, avrebbe dovuto senz’altro scendere a provvedimenti e proteste e rendere più difficili i negoziati. 10) La notizia della restituzione del biglietto all’Ambasciatore, suscitò gravissimi commenti a Venezia: si sapeva anche che il Papa persisteva nei suoi sentimenti, ed era « nauseato » (4) dal contegno del Governo, che, mentre faceva ampie dichiarazioni di provare commozione e dolore per il rammarico di Sua Santità, continuava poi imperterrito e risoluto nel suo modo di agire. La Nunziatura, non cessava di lavorare, sopratutto nella previsione che l’affare sarebbe stato portato-in Senato, in condizioni più favorevoli per il disorientamento (1) Arch. Stato Venezia, Disp. Roma Exp., f. 38, c. 539, 14 dicembre 1754. Inserta Nota del Card. Valenti. (2) Archiv. cit., 1. c. (3) Arch. Stato Venezia, Disp. Roma Exp., f. 38, c. 540, 14 dicembre 1754. Inserto: Biglietto dell’Ambasciatore veneto al Card. Valenti. (4) Il Papa non ha potuto leggere « senza nausea ». Arch. Vaticano, Nunz. Venezia, voi. 321, c. 88, 28 dicembre 1754. — 66 —