LE ULTIME TRATTATIVE Il Montegnacco concedeva che in un solo caso si sarebbe potuto accordare la sospensione, quando cioè finché questa durasse, Roma sospendesse a sua volta di concedere rescritti ai sudditi veneti. Non sarebbe stato giusto — così riteneva il consultore — che diversa fosse la situazione di Venezia da quella di Roma. Durante queste sospensioni si sarebbe potuto venire a vicendevoli colloqui « sia per mostrare che le cose erroneamente attribuite al Decreto non sussistono, sia per toglierle quando contro l’animo del Senato, si facesse vedere dalla Corte di Roma che nelle prescrizioni del Decreto vi fossero, sia finalmente per ben intendersi sopra le cose che patissero equivoco e per stabilire le maniere di pubblicarne i rischiaramenti e per togliere di mezzo quei professati pregiudizi dei quali essa Corte si querela, e che costantemente da Vostra Serenità, si nega esserle stati inferiti o aver almeno avuto animo di inferirgli » (1). Il riprendere i colloqui corrispondeva poi ancora al desiderio del Papa che allorché accettò le prime conferenze, venne a riconoscere essere questo il modo più atto di ogni altro, a conseguire il tanto desiderato effetto dell’accomodamento. 2) In Pregadi il voto fu contrario alle opinioni del Montegnacco e fu deliberata la sospensione per quattro mesi, del tanto discusso Decreto. Durante questo tempo le parti avrebbero con ogni mezzo, tentato di porre rimedio alle insorte difficoltà. Quali fossero gli apprezzamenti e i giudizi che nella Repubblica e fuori venivano fatti intorno al provvedimento, non è facile dire. Il 3 dicembre 1757 da Roma si scriveva, che a questo provvedimento era stata indotta Venezia dalle minac-cie della Francia (2). Si sussurrava che la sospensione non era che un mezzuccio per tentare di gabbare il Papa, il Sacro Collegio, e le Corti, forse anche un espediente per liberarsi dall’opera di queste, che si rendeva insopportabile a Venezia e per riprendere liberamente, allo spirar del termine, la via sulla quale la Repubblica si era messa e da cui non pareva voler muoversi. Chiacchiere coteste che circolavano sommessamente (1) Ibidem, l. c. (2) Arch. Vaticano, 1Sunz. Venezia, voi. 322, c. 262, 3 dicembre 1757. — 197 —