LIBRO SETTIMO. 385 guirono fin quail fono le prore delle galee , e vi perì Federico Maffei nobile Veronefe, il Capitan Cervini, con altri, recando ferito da Mofchetto Matteo Cornaro sù la Galea del Capitan Generale : nw1 quefti non foffrendo, che con orgoglio de’Turchi, l’animo de’iuoi s’avviliife, volle, che il giorno feguente fi ritornale, c sbarcato a terra, non comparve alcuno , c’ haveife ardir d’impedirlo. Havevano i rrè Generali in fegreta confulta deliberato di sforzar il paifo de’ Dardanelli , batter l’armata, & avanzarli a Coftantinopoli, dov’eifendo lontano il Rè, il Viilr, e l’efercito, non dubitavano di portarvi tal confufione , e fpavento , che valefse a produrre ftra-ni accidenti, & impenfati vantaggi. Nè davano loro fartidio i cartelli, difegnando di farli battere da Tedici navi, e che fotto il calor di quefte le galee s’ avanzaflero a forza di remi. Tutto ciò volevano operare di notte ; ma eifendo di me-ftieri provvederli di acqua, le galee andarono ad Imbro per fornirfen^ , e portarne alle navi . Il verito, che per più di otto giorni fpirò furiofamente contrario, non permife, che ritornaflcro nel canal così prefto, anzi in erto pure dalla tem-pefta medefima le navi agitate, furono portate alla parte del-Afìa, rertando di quà folo la Capitana con Una, ò due altre . Non poteva il Moceriigo coll’ ardor fuo domar la forza del mare, ancorché io tentaife più volt/?. Cominciando poi il vento a ceder alquanto, mandò egli il Capitano del Golfo con quattro galee , che ad ogni cotto di fatica , e di rifehio portafsero acqua alle navi, caaute in tale mancanza diefsa, eh’ erano in procinto d’abbandonar i lor porti. Il giorno appretto fù a tutte l’altre galee permeifo di partire da Imbro, benche per il vento ancora contrario non potclfero giungere la fera a’Cartelli. I Turchi attentiilimi ad ogni vantaggio, fcelfero quel momento, e prima dell’ arrivo delle galee Ja mattina de’ diciaflete di Luglio per tempo, s’accinfero aduftir dal canale. Cortava la lor armata di trentatre galee , nove maone, ventidue navi, con cinquanta faiche, e molti legni minori, e fulminando da ogni parte le batterie, & in particolare le fatte dal Vifir piantar nuovamente in fiti aggiuftati, piegò alla parte di Grecia, dove per il vento erano già , come se detto , indebolite le guardie. Le navi Venete da ogni parte battu-H. ISLanì T. IL B b te i6<>7 Muffe Fe-dfri°oMaJ " fei, t vie» ferito da rnefebetta~ ta Mattai Cornare. Decifrano i Venetialti ¡forcar il pafso de' Dardan/lli. Attore» J»’ Veneti t»' T urebt nel fanali de’ Dardanelli .