CAPITOLO SECONDO 8) Di fronte alle voci, che si spargevano in Venezia non restavano inerti i giovani. Essi anzi si erano fatti di giorno in giorno più accaniti difensori del Decreto, più acerrimi assertori dei diritti dello Stato. Dei Savii due, il Barbarigo e il Tron, erano i più forti sostenitori del Montegnacco, ed avevano influenzato Paolo Renier, il quale era perfino riuscito a neutralizzare l’opera del venerando procuratore Emo, col dissuadere il consultore Wrachien di scrivere contro il Montegnacco. L’unico ben disposto era il Savio Foscari; ma per il gran desiderio di conseguire l’ambito posto di cc bailo » a Costantinopoli, si asteneva dal fare apprezzamenti, per tema che gli fossero frapposti ostacoli alla carriera (1). Mentre (2) era attesa a Roma una risposta dal Senato con eludente e categorica al biglietto inviato dal Cardinale Valenti, (1) Arch. Vaticano, Nunz. Venezia, voi. 217, c. 145, 23 novembre 1754. (2) Un fatto nuovo intervenne in questo tempo e fu anch’esso occasione a nuovi discorsi ed a lamentele più o meno sommesse contro la Corte di Roma. Fu un atto del Card. Domenico Passionei allora Segretario dei Brevi. Nato a Fossombrone il 2 dicembre 1682, aveva percorso rapidamente la carriera ecclesiastica fino ad arrivare alla Porpora il 23 giugno 1738, creato da Clemente XIII col titolo di S. Bernardo alle Terme. Era Protettore dei Cisterciensi, del Collegio Germanico-Ungarico, dell’Uni-versità dei Mercatanti, Esaminatore pontificio dei Vescovi in Sacra Teologia e Deputato alla S. Congregazione del S. Ufficio. Fu uomo di intransigenza assoluta e a quanto scriveva Benedetto XIV, « fa di tutto per curare la sua riputazione di uomo di lettere, e benché egli non abbia alcuna intimità col Cardinale Querini, essi hanno la stessa vanità ». Benedetto XIV non aveva grande stima della dottrina del Cardinale Passionei 6e di lui scriveva: « uomo dalla testa piena di titoli e di edizioni, che ha letto molto ma mai studiato, poiché se non si può studiare senza leggere, si può però sempre leggere senza studiare ». De Heeckeren, Correspondance, op. cit., t. II, 7 marzo 1754, pag. 249. Col Papa il Cardinale Passionei aveva poca dimestichezza: amava trattare con persone di umore come il suo, e il trovarsi ben raramente con Sua Eminenza, dava a Benedetto XIV un certo senso di piacere (de Heeckeren, Correspondance op. cit., t. II, 13 nov. 1754, pag. 372). Al Segretariato dei Brevi era stato scelto da Clemente XII che, per intercessione del nipote Card. Corsini, gli aveva anche rilasciato un Breve nel quale era stabilito che non si sarebbe potuto rimuovere dal posto che occupava, in caso di morte del Pontefice (de Heeckeren, Correspondance, op. cit., t. II, 18 dicembre 1754, pag. 378. Acerrimo nemico del Decreto Veneto disapprovava apertamente la condotta del Papa. Per un senso di protesta, perchè in un affare così grave non era stato sentito il Sacro Collegio, senza far parola al Santo Padre, e senza neppure — 60 —