L INTERPOSIZIONE DEI PRINCIPI almeno di trovare un espediente: suggerì anzi egli stesso di tramutare il Decreto in un Concordato, ponendo in tal modo fine ad ogni questione col mantenere salva la dignità della Santa Sede e salvi pure i diritti del Senato. Venezia non voleva accettare questa proposta; il Montegnacco aveva influenzato molti Senatori, convincendoli che coi concordati la Repubblica doveva transigere sui propri diritti (1). La proposta del Rosemberg quindi doveva essere destinata a fallire; anche se egli per corroborarla meglio, aveva posto in evidenza il suo lavorìo diplomatico presso l’Abate di Villefond, perchè sconsigliasse il Cristianissimo dal prendere misure violente di rotture diplomatiche con Venezia, se questa non avesse accolta la domanda della sospensione. L’interessamento non era inopportuno dal momento che il Re, cui tanto premeva idi vivere in ottima relazione con la Corte di Roma, si sarebbe facilmente pronunciato a favore del Pontefice (2). La notizia della risposta negativa giunse a Roma. Quali fossero i sentimenti del Papa di fronte al contegno risolutamente ostinato dei Veneziani è facile congetturare dopo tanta aspettativa e tanta pazienza in presenza dell’intervento amichevole delle Corti. Benedetto XIV non credeva davvero che le cose prendessero simile piega : egli doveva dunque convincersi che il Kaunitz bene aveva intuito, e si era dimostrato fine conoscitore dell’animo dei reggitori di Venezia. Il conforto però del Pontefice tutto risiedeva nell’energico favore, da cui erano animati i due sovrani venuti in aiuto suo, che camminavano all’unisono per riuscire nell’ardua impresa. Le insistenze di Maria Teresa, che aveva intrattenuto al ballo di Corte sul noto affare del Decreto, l’Ambasciatore veneto Correr, perchè tutto finisse amichevolmente, non erano state per nulla turbate dalla risposta rispettosamente secca che quell’oratore aveva dato « essere pronto il Senato ma non operare con eguale candore il Santo Padre poiché ritornava a proporre la sospensione del Decreto » soggiungendo poi che se Sua Maestà aveva vero desiderio che la (1) Arch. St. Venezia, Sen. Roma Exp., f. 77. Alleg.: Brevi riflessi ecc., cit. (2) Arch. St. Venezia, Esposiz. Roma, secr. 51, coll. III-R, 31 gennaio 1757. — 179 —