CAPITOLO QUINTO L’INTERPOSIZIONE DEI PRINCIPI 1) Mentre il Pontefice aveva deliberato di radunare la Congregazione cardinalizia, Monsignor Nunzio di Venezia faceva sapere al Cardinale Segretario di Stato « per segreto ma sicuro canale » (1) che gli era stata fatta la proposta di interessare l’imperatrice Regina ad intervenire nella controversia. Il Cardinale Valenti, trovandosi infermo, non giudicò opportuno farne parola al Papa per interposta persona, per il pericolo che traspirasse una cosa di sua natura destinata al più grande segreto. Pure ringraziando il Nunzio, lo consigliò a scrivere direttamente a Benedetto XIV, ed a spiegare quale importanza avrebbe avuto un passo di questo genere, tanto più in un momento, nel quale il Senato era rimasto molto scosso dal dispaccio diretto da Sua Maestà imperiale al Duca di Modena. In pari tempo il ministro di Francia non restava inoperoso, troppo interessandogli che il Re suo Signore dovesse avere parte essenziale in così importante affare. Il Papa però era alieno dal tenere carteggi privati col rappresentante del Cristianissimo, per apertura di negoziati segreti nel timore di urtare le possibili suscettibilità dell’imperatrice Regina. Conveniva dunque non prendere impegni formali; tuttavia, pur dovendosi attribuire alle parole del ministro di Francia un valore molto relativo non sembrava inopportuno coltivare queste voci per tenere almeno in fede quelli che erano per la buona causa (2). (1) Arch. Vaticano, Nunz. Venezia, voi. 321, c. 537, 24 aprile 1756. (2) Arch. cit., I. c., c. 543, 19 giugno 1756. — 164 —