LE CONFERENZE DI VENEZIA e quindi soggette a nullità, con dispendio di tempo e di denaro per i postulanti obbligati a rinnovare le domande. Nella medesima categoria, il consultore riponeva la novità circa le riduzioni delle messe dipendenti dai testamenti, sostenendo che la cognizione del fatto dipendente da testamento, il quale per la forma prende forza dalla legge civile, era stata sempre di pertinenza della potestà laica. Ed inoltre erasi pur equivocato sulle dispense, che i regolari richiedevano sopra qualche canonico impedimento, mentre il Decreto si riferiva a quelle, che in contravvenzione delle regole si procuravano per oggetti privati con turbamento della disciplina esteriore. Infine il consultore concludeva doversi attendere al pericolo costituito dalla presunzione che il Principe non avesse diritto di impedire ai sudditi di impetrare cose fuori dello Stato senza il suo permesso. 7) Tre lunghi mesi erano passati dal giorno della prima Conferenza, ed il Papa male soffriva la dilazione della Repubblica nel comunicare la risposta. Egli aveva fatto sapere al Nunzio che desiderava si venisse a risoluzione nel tempo più breve, determinato anche da una grave preoccupazione, quella della tarda età del procuratore Emo, che si considerava sempre come il più valido appoggio e nel quale erano fondate le più salde speranze. Tanto più dovea crescere l’impazienza dell’aspettativa, quando si sapeva che il parere richiesto ai consultori, se nel Decreto esistesse materia di dogma o di disciplina, era chiaro indice della volontà di sostenerlo con ogni vigore. Solo le reiterate assicurazioni del Nunzio che nulla v’era di allarmante in questo procrastinare pienamente conforme agli usi della Repubblica, lasciava credere che la conclusione sarebbe stata favorevole. Ma Monsignor Branciforti non si accorse della situazione aggravata, se non quando il consultore Wracliien si dichiarò apertamente favorevole alla scrittura del Montegnacco e pronto a sottoscriverla. Le memorie dei consultori vennero portate in Senato : come era naturale, elogiata e approvata quella di Wrachien-Monte-gnacco, vilipesa e derisa quella del Consultore Fanzio. Eppure il Montegnacco nulla avea detto di più di quanto fosse già conosciuto. Ma l’influenza, che quest’uomo esercitava nel seno del Governo, trovava lieta corrispondenza nell’animo di quei — 109 —