TENTATIVI E PROVVEDIMENTI PONTIFICI Un terzo suggerimento invece stimolava alla emanazione di una costituzione che in via generale proibisse le disposizioni e gli stessi metodi del Decreto, senza alcun preciso riferimento ad esso: con tale sistema sarebbero state colpite tutte quelle disposizioni dei principi cattolici, che avessero avuto contenuto analogo a quello del decreto 7 settembre. Infine si proponeva di inviare una lettera ortatoria ai Vescovi dello Stato veneto per istruirli sulla condotta da tenere per impedire gli effetti del Decreto o per non prestarsi all’esecuzione. Benedetto XIV, nell’incertezza di dar corso ad uno piuttosto che all’altro di questi suggerimenti, per la gravità delle conseguenze, alle quali si sarebbe andati incontro adottandoli, determinò di differire al tempo successivo alla villeggiatura una decisione, nella speranza che nel frattempo il Senato veneto offrisse qualche appiglio a buone risoluzioni. Questo differimento fu interpretato come un « imbarazzo » dal quale la Corte di Roma non fosse capace di togliersi e nel quale « da sè fosse entrata senza o ben intendere lo spirito del decreto, o senza prima esaminare di proposito il dettato » (1). Quest’asserzione del Montegnacco dimostra che egli o non conosceva i metodi della diplomazia pontificia (2) che in fondo erano sempre stati gli stessi e sempre in opposizione a quel- lo che il consultore tanto gratuitamente afferma, oppure che il suo giudizio non è imparziale e procede da una inspiegabile acredine. La Corte di Roma aveva dimostrato di comprendere molto bene il vero spirito del Decreto, innovatore di certi punti sa; così in altri Stati: la dottrina ortodossa però condannava come condanna, qualsiasi limite, perchè contrario alla divina costituzione della Chiesa. Cfr.: Denzinger-Banwart, Enchiridion, op. cit., pag. 491, n. 1842, e Suarez, De Legibus, Mediolani, 1852, t. I. (1) Relaz. storica, cit. in: Cecchetti, vol. II, pag. 222. (2) Per la diplomazia pontificia cfr. per tutti: Giobbio, Lezioni di Diplomazia Ecclesiastica, Roma, 1899, e le opere egregie di Rinieri, La diplomazia pontificia, Roma, 1902, e II Congresso di Vienna e la S. Sede, Roma, 1904, e il bel lavoro di Boudon, Le Saint Siège et la Russie, Paris, 1922. Per i tempi recenti oltre il volume di Crispolti Aureli, La politica di Leone XIII da Galimberti a Rampolla, Roma 1912; vedi pure Stutz, Die päpstliche diplomatie unter Leo XIII, Berlin, 1926. Per la recentissima politica concordataria: Giannini, I Concordati post-bellici, Milano, 1928. — 161 1 :