TENTATIVI E PROVVEDIMENTI PONTIFICI stri del mondo cristiano, che, ammonite di aver passati i limiti e di avere con le loro risoluzioni offesa la Chiesa, non avevano avuto difficoltà di riparare, Benedetto XIV associava, ponendolo in prima linea, quello luminoso del Doge Pasquale Mali-piero nelle sue controversie con Pio II, le parole del quale erano sempre di grande conforto ad un animo sensibile come quello del Santo Padre (1). 3) Il 18 settembre 1755, Monsignor Nunzio compiva l'incarico affidatogli dal Santo Padre di « rassegnare l’annesso Breve e lettera ortatoria di Sua Santità » (2), non frapponendo indugio alcuno (3). La franchezza nell’esposizione del Pontefice, e sopratutto Tessersi Egli sobbarcato personalmente a quella fatica, e gli accenti di tenerezza, coi quali si era espresso, fecero grande impressione in Senato. E poiché nella lettera pontificia la maggior colpa era ascritta ai consultori, credette il Governo migliore partito eleggere due consultori straordinari. La nomina da una parte doveva dimostrare il buon volere di Venezia di tenere conto dell’esortazione papale, dall’altra rispondeva alle tradizioni veneziane di prendere tempo prima di giungere ad una (1) Arch. St. Venezia, Sen. Roma Exp., f. 75. Allegata: Lettera di Benedetto XIV al Senato, 13 settembre 1755 : « fuit eritque semper, Beatissime Pater, magnum desiderium nostrum in cunctis possibilibus eie-mentiae vestrae morem gerere. Cum vero ab legatis Sanctitatis vestrae, penes nos existentibus, fuerimus saepe numero requisiti, quod tollerentur et abo-lerentur Decreta illa edita per nos, qua mentem Sanctitatis vestrae laedere videbantur, cupidi eius desideriis inhaerere, nuntiamus Beatitudini vestrae, quod veluti devoti et obsequentes filii, etsi praeter ordinationes praeterque instituta nostra procedere id cognoscamus, revocavimus tamen et annihila-vimus ipsa Decreta, ita ut vim amplius nullam habeant, sed abolita prorsus sint ac si numquam edita extitissent ». (2) Arch. St. Venezia, Esposiz. Roma, secr. 51, coll. Ili, E., c. 38, 18 settembre 1755. (3) La diversità di contegno tra il Nunzio Branciforti che aveva presentato senza discussione il Breve e il Nunzio Mattei che al tempo dell’interdetto, esitava a presentare al Collegio le lettere papali, si spiega facilmente con la diversità dei due documenti. A questo proposito sarebbe interessante, prendere in esame il limite di libertà di azione concessa al diplomatico. Cfr. per la narrazione storica: Romanin, Storia docum., op. cit., t. VII, pag. 46.