CAPITOLO SECONDO venzione o concordato. Il Pontefice si aspettava che simile iniziativa sarebbe stata accolta volentieri : tanto anzi in questo tempo aveva accarezzato quest’idea, da chiamare ripetutamente al suo fianco, Monsignor Giordani Vescovo di Teano (1), uomo versato nelle leggi e nei canoni e che, per essere stato uditore di Nunziatura a Venezia, al tempo del Nunzio Caraccioli, conosceva i particolari bisogni, e poteva dare preziosi pareri su ciò che potesse divenire oggetto di concordato. La diplomazia pontificia non si rendeva poi conto come il Senato non avesse compreso che il Papa non poteva assolutamente scendere ad una discussione particolareggiata, e, come quanto era stato enunciato, sia pure in termini generali, nella nota pontificia rimessa a Venezia, sarebbe di per sè più che sufficiente per far stare a ragione. Se i Consultori avessero esaminato serenamente e secondo i principi del diritto canonico il biglietto del Papa, avrebbero facilmente rilevato il contrasto del Decreto 7 settembre coi diritti della Chiesa, essi che dovevano pur conoscere come la dottrina cattolica salvaguardasse pienamente i diritti del Principato, che non sarebbero venuti affatto meno con l’abolizione del Decreto stesso. Benedetto XIV venne informato del biglietto dell’Amba-sciatore, ma studiatamente ne dissimulò la conoscenza. In una conversazione del Segretario della cifra, Monsignor Rota, con l’Ambasciatore Capello, che aveva tentato di conoscere tale cosa, questi fu stornalo nel suo discorso : nell’udienza papale poi dei primi di gennaio, il Papa, interrompendo l’Ambasciatore, che gli faceva presente quanto era contenuto nel biglietto del Senato, lo lasciò « nell’incertezza », se il Segretario di Stato glielo avesse ancora comunicato, oppure Egli medesimo dissimulando, non volesse dimostrarsene consapevole (2). È certo che con l’improvvisa interruzione il Papa cercava un mezzo per levarsi da ogni imbarazzo nella risposta. Co- (1) Domenico Giordani di Castello Monte Sant’Angelo (Manfredonia), eletto Vescovo di Teano il 1 dicembre 1749, traslato alla sede titolare di Nicomedia, morì nel 1781. Gams, Series Episcoporum ecclae catholicae, Ratisbonae, 1873, pag. 931; Cappelletti Le Chiese d’Italia, Venezia, 1866, voi. XX, pag. 196-211. (2) Arch. St. Venezia, Disp. Roma Exp., filza 38, disp. n. 256, 4 gennaio 1755. Non resta poi alcun dubbio di fronte alla cifra del Cardinale — 64 —