l’interposizione dei principi La diplomazia pontificia guadagnava terreno. Le Corti poi in questo tempo ebbero occasione di dubitare della dirittura della Repubblica. Infatti anche nella risposta che il Senato dovette dar al Re Cristianissimo, l’esposizione narrativa delle cose che la Repubblica sottoponeva ai lumi del Re, era fatta in maniera da presentare la situazione secondo una luce non sempre corrispondente a verità. È molto probabile, che il Montegnacco, che vedeva vicino il crollo dell’edificio così malamente da lui costruito, abbia dato mano a questa risposta, nella quale sono riesposte tutte le argomentazioni da due anni ripetute al Pontefice, mettendo in rilievo particolare le « risposte generiche » date dal Papa, che non era mai voluto — secondo i Veneziani — scendere al particolare. Il puntiglio toglieva i lumi, che in altre circostanze erano stati pur così vivi, alla diplomazia di Venezia. Perchè — e sembra perfino impossibile — essi dimenticavano che alla Corte di Francia erano giunti completi e documentati i memoriali fatti tenere dal Pontefice (1). Ringraziando il Cristianissimo delle sue premure la Serenissima si diceva pronta a riprendere in Roma o in Venezia nuove conversazioni, per le quali rilasciava anzi i poteri necessari all’Ambasciatore a Roma (2). La stessa risposta era data a Vienna. Il Re di Francia non poteva accogliere che con piacere il desiderio del Governo Veneto di volersi intendere direttamente col Pontefice, perchè corrispondeva pienamente al suo desiderio, ma non poteva non far voti perchè la conciliazione definitiva avvenisse nel più breve tempo possibile (3). Per questo egli atten- (1) Arch. St. Venezia, Sen. Roma Exp., f. 77, 27 novembre 1756. Risposta del Senato al Re Cristianissimo comunicata all’ab. dì Villefond. (2) Arch. St. Venezia, Sen. Roma Exp., f. 77, 27 novembre 1756. Il Card. Archinto, Segretario di Stato, conosciuta la risposta del Senato al Re di Francia, si affrettava di inviare all’Ambasciatore di Francia a nome del Papa una lunga nota diplomatica espositiva di tutte le ragioni favorevoli alla Santa Sede. Arch. St. Venezia, Disp. Roma Exp., f. 40, Allegato 7 dicembre 1756, c. 86. (3) Benché il Cristianissimo avesse fino dal 28 agosto 1756 fatto tenere una memoria al Papa per mezzo dell’Ambasciatore, in cui diceva : « Le Roi renouvelle de plus en plus les dispositions ou il est, d’employer dans l’affaire de Vénise, conformement aux désirs de Votre Sainteté et dans cet affaire comme dans tous les autres, il se réglera selon les avis de Votre — 173 —