l’interposizione DEI PRINCIPI l’impazienza per la sua visita, l’accoglienza fu superiore ad ogni aspettativa e non solo nei riguardi delle formalità cerimoniali (1), quanto piuttosto nella benevolenza delle espressioni, che corrispondevano alla sincera fiducia che il Correr finalmente potesse con abilità trovare la via per risolvere una situazione tanto tesa da tre anni. L’Ambasciatore aveva dimostrato la migliore buona volontà pur non nascondendosi che l’affare non era dei più semplici. Avendogli osservato Monsignor Nunzio che il Papa aveva proposto la sospensione, il Correr si fece premura di osservare che essa, se poteva accordarsi in simili casi da qualunque monarca, perchè non pregiudicava all’autorità del Principe, non poteva invece accordarsi da una Repubblica. Il Branciforti restò sorpreso di questo ragionamento e si persuase che esso fosse fondato su sottigliezza quando seppe, che il Correr stesso anche a Vienna aveva faticato a persuadere quella Corte sulla differenza che sussisteva fra un governo monarchico e una repubblica (2). Della partenza di Correr furono avvertite anche le Corti. Ma nemmeno questo provvedimento soddisfo la Francia. Essa era impegnata ad ogni costo, poiché vedeva negletta l’autorità del Re in una forma, che non avrebbe a lungo tollerato. Sua Maestà Cristianissima esigeva risolutamente una risposta: ritenendo compromessa la sua regale dignità, non considerava più l’affare come negozio tra Roma e la Serenissima, ma come (1) Pur non avendo usato le forme di cerimoniale solenne (cfr. mie Note di Ceremoniale, op. cit., passim) anche nelle visite tra ministri si usavano cortesie tutte particolari. « All’ora determinata non mancai colà di attrovarmi (parla l’amb. Correr) ed alla riva del campo ritrovai uno di quei Religiosi che mi attendeva e che mi accompagnò sino alla piccola scala che conduce alla biblioteca, ove ebbi l’incontro di due Religiosi e di un gentiluomo della Corte del Nuncio che mi complimentarono, poi ascesi la scala e colà ritrovai immediate Monsignor Nunzio che mi accolse nel modo più polito et obbligante, lasciandomi il posto d’onore ed unitamente entrassimo nel luogo sunnominato, ove erano approntate due sedie con poggio eguali, sopra le quali ci siamo seduti, tenendo smpre il posto d’onore il Ministro di Vostra Serenità ». Relaz. dell’Amb. Correr al Principe dell’incontro col Nunzio in Arch. St. Venezia, Sera. Roma Exp., f. 79, 10 settembre 1757. (2) Arch. Vaticano, Nunz. Venezia, voi. 218, c. 309, 27 agosto 1757. — 191 —