Gt'KRR.V SOTTOMARINA 05 dallo stazionario. Era dunque tempo. Un minuto dopo staccatami dal Chesmé, io era andata a colpire il bastimento turco noi bel mezzo della sua carena. IV immensa colonna d'acqua come una tromba marina, si levò intorno al luogo dell'esplosione, e un terribile scricchiolio delle membrature della nave distrutta mi agghiacciò il sangue nelle vene. Il delitto era compiuto. Un minato ancora, e lo scafo era '«comparso in mezzo a masse di rottami vorticosamente agi-tantisi, che indicavano il luogo dove le mio prime gesta erano avvenute. « D'allora in poi, divorata dal rimorso, errai sempre per i mari. Passai i Dardanelli, sboccai lo stretto di Gibilterra, visitai le Canarie e le isole del Capo Verde. Indi traversai l'Atlantico e, costeggiato il Brasile, le Guiane, la Venezuela, entrai nel golfo del Messico. I pescatori del canale di Bahania mi credettero un pesce di niun valore, e mi rituflkrono nel mare. Cosi, fra le tepide acque del Gulf Stream, percorsi la costa degli Stati Uniti, ma prima di giungere a Terranova lo »pleen mi attirava nuovamente in Europa; quindi passai in Irlanda, ed ora sono a vista delle Shetland. < Ma dopo tanti anni di lotta continua coi (latti, senio che le mie forze s’indeboliscono sempre più, c scrivo le presenti memorie, mentre infuria la tempesta. « Che avverrà di me ?..... « La mia (J una storia di avventure stranissime, spesso raccapriccianti, e di delitti inauditi. E la storia non è breve: di me parla Vegezio, e più in qua scrivono ancora delle mie «resta Giambattista Porta e Bartolomeo Crescenzio. Chiedetene anche conto a Giannibelli. « Nacqui ia fondo al Mediterraneo Bella famiglia dei Selaci e, come i ginnoti e i siluri, avevo la virtù di dare scosse elettriche a quelli che mi toccavano. Un bel giorno, anzi un brutto giorno, avvenne di me una «trana mctamor-