ASTRONOMIA 217 Il genio classico della terra d’Oinero o la potenza illuminata dei re egiziani iniziano la nnova èra di splendori e;l allora compaiono i primi padri della scienza. * * * Alle foci del Meandro, poco lungi dall'isola di Sai no, sei secoli prima di Cristo, fiorisce la bella Milcto ove s'accentra l’intelligenza greca che più tardi devo fendere l’Egeo ed assidersi regina del mondo in Atene. Tre ingegni — Valete, Anassimandro ed A nascimene — vi si succedooo a capo della Scuola Ionica che, prima fra le accademie, pone a base della filosofia, l’osservazione dei fatti. 'Valete, primo fra i sette savi, quegli dalla massima «c la salute è la felicità del corpo ed il sapere è quella dello spirito », si fa celebre per la sagacia delle osservazioni. Ei predice il famoso eclisse completo di Sole che, avvenuto mentre in campo ferve la mischia fra Lidi e Medi da cinque anni in lotta feroce, scompiglia i combattenti che sgomenti abbassano l’armi e fanno pa?e. Ei scopre ancora che la Luna non ha luco propria e solo mostra riflessa quella del Sole e che mentre essa ci sta bella e rotonda dinanti pur talvolta non è visibile perchè vicinissima al Solo ed immersa nel meridiano Itagli ore d<»l giorno. Di quella scuola è Anassagora, il grande ateo, nato, com’ei dice, « per contemplare il cielo ». Ad Egopotamo cade il famoso aerolite ed egli concepisce l'idea della materialità del cielo e di deduzione in deduzione giunge a dimostrare che la Luna ha pianure e montagne e che tutti i pianeti fatti di sostanze pesanti come quelle della Terra sono tenuti sospesi dal moto circolare che li anima. Di Platone « il divino», pur esso studiosissimo di astronomia, è discepolo Eudosso da Cnido che per primo separa