CAPITOLO XVIII. bastimento si recava dove credeva poter trovare lavoratori, ed allcttandoli con una opportuna mostra di chincaglierio li induceva a legarsi a lui per tre anni, obbligandosi a rimpatriarli. Questo labour traile degenerò ben presto in una vera tratta; dei veri negrieri si improvvisarono, i quali, eccitati dai guadagni cosi ottenuti, cominciarono ad arruolare lavoranti colla forza e coll'inganno e a rivenderli poi, a un tanfo a testa, a chi ne avesse bisogno. L’infame traffico preso presto un’estensione ed un carattere tale da meritarsi il nome di kidnapping, che in Inghilterra si di al ratto dei fanciulli. Tutti i mezzi parevano buoni ai kidnappers, pur di procurarsi con poca spesa il carico di carne umana; ed i racconti dei missionari e le relazioni di navi da guerra inglesi, incaricale della polizia di questi arcipelaghi, riboccano di orribili particolari. Il grido di dolore partito dai ministri protestanti provocò degli energici provvedimenti, e nel 1872 le Camere inglesi votarono il kidnapping act, che regola minutamente il labour trade nelle colonie inglesi, ove quelle brutture si erano manifestate. La protezione accordata dalle leggi ai nativi è molto ampia ed efficace, se si giudica dai lamenti che ne muovono certi piantatori ; ma con ciò non ò detto che ogni abuso sia tolto. Le popolazioni della Polinesia propriamente detta, per la loro incapacità ad un lavoro grave e prolungato, sfuggirono per lo più alle malvagità dei kidnappers, i quali preferivano caricare la loro merce in quella piccola Nigrizia melanesica costituita dalle Nuove Hbridi, isole Salomone e Nuova Bretagna, i cui abitanti forniscono dei lavoratori docili e pazienti. Però, se i polinesiani trovarono nella loro indole uno scampo alle malvagità dei kidnappers, non ¡sfuggirono alla crudeltà dei negrieri peruviani, cui non era nota la loro inettitudine al lavoro. Per non citare die un fatto, la remota isola Pasqua o Rapa-Nhui incominciò in questa guisa la