VITA POLINESIANA minare le coste N. 0. d'America, dove le pelliccio si erano ottenute. Ma non furono solamente le pelliccie del Pacifico settentrionale che provocarono le successive imprese commerciali ; quei viaggi avevano fatto conoscere come nella maggior parte delle Isole del Pacifico meridionale abliondasse il sandalo bianco e il sandalo citrino, e l’alto valore che questo legno ha in Cina, diede vita, una cinquantina d’ anni fa, ad un commercio molto lucroso ed a squadre intiere di bastimenti sandalieri ; ai quali si aggiunsero ben presto navi allestite per la caccia delle balene, per la pesca del tripam/ (oloturie ■mangerecce, bèche do mer dei francesi, bicho de mar dei portoghesi), altro articolo di commercio che trova il suo mercato nel Celeste Impero. Contemporaneamente a queste speculazioni marinaresco-commerciali, alcuni coloni cominciavano qua e là a stabilirsi con intenti agricoli. Cosi, una trentina d’anni dopo i viaggi di Cook, si può dire che tutti questi isolani si trovassero in relazione diretta coi pionieri europei. Ma se quest« relazioni erano favorite dall’ ampia e aperta via del mare, trovarono però soventi degli ostacoli da parte degli indigeni, i quali dopo poco tempo rompevano la stretta amicizia. E ne avevano ben donde. Gli equipaggi stessi che armavano quei bastimenti, reclutati fra la feccia dei porti europei, provocavano le ostilità degli indigeni imponendosi con la prepotenza del più forte, mancando ai patti e spesse volte abbandonandosi ad atti criminosi d’inaudita malvagità, tanto più facili a commettersi in quanto andavano sempre impuniti. Talvolta la severa legge del tabù, violata da un bianco per ignoranza o per leggerezza, diede luogo a rappresaglie selvaggie da parte dei nativi, i quali, accomunando nella reità tutti gli uomini di razza bianca, si rifacevano dei danni patiti, trucidando alla prima occasione poveri naufraghi o marinai di imbarcazioni colte alla sprovvista. Tale fu l'ori-