162 CAPITOLO XII. fuss'altro, qualche portolano e qualche carta nautica, s’ima-gini pur semplice, rudimentale e imperfetta. Nè forse mancherebbero indizi |>er dedurre la esistenza di carte nautiche, e proprio italiane, anche durante il medio evo piti oscuro. In clfctto, per poter convalidare un tale asserto, conviene supplire coll'induzione alla mancanza di ogni dato positivo che lo conforti. Imperocché, nonostante le più diligenti ricerche, compiute in vario epoche, ma più che mai nell'ultimo ventennio, non é stato possibile trovare linoni carta nautica veruna, la data della quale con rortezxa risalga oltre il principio del socolo XIV l). È soltanto in via dubitativa che si possono far rimontare alla fine del secolo precedente due documenti di questo genere, i più antichi che si conoscano, la cosidetta ■) Li più antica carta nautica che abbia la data scritta è quella che il genovese Pietro Visconte costruiva nel Ì311 (Ooga-nia. Venezia, ItWI ; — Paoli. Una carta nautica genovese del Ì3II, Firenze. Bellini, 1881; — Desimoni. Le carie nautiche italiane del Medio Eco a proposito di un libro del prof. Fischer, in .4/fi della Soc. Lig. di Si. Putrii, voi. XIX. pag. 235) «■ che