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CAPITOLO 111.
            I* stella polare bella c puri»
         Swnpre fa il »«io dolce ufficio;
         Col »un splendore i marinai Trac norcntc fuor ili perìglio K li aoaicurii <iel loro cammino.
           K fjuawlo U notte è troppo oscura.
         Ila eli» ancor tal fona naturala,
         Che alla calamita fa trarr« il ferro.
          In tal guisa, ‘li neeMwità e a dirittura,
        K con legge che sempre dura, ' l'amano il luogo di loro dimora.
           Dove ci nono »anno nel viaggio Quando il tempo è affatto oscuro Tutti quei che fanno nm ili questo artificio.
     XI a l'ago calamitato non conservava così lungamente la sua proprietà magnetica, come ai giorni nostri, chi» si doveva arai di frequente calamitarlo, strofinandolo con un pezzo di calamita naturale, formante parte importante dell'arredo nautico di ogni nave. Gli aghi non erano cioè di acciajo, ma di ferro comune, per cui non ai poterono ottenere caiamite permanenti propriamente dette. Tuttavia, la bussola sarebbe stata in quei tempi un ¡strumento ancora relativamente perfotto, ove ai ave*«* arato cognizione dei suoi errori, vale a diro «Idia variazione magnetica, per la quale l'ago non si dirige verso i poli del mot*lo, ma verso due punti variabili di po-MZM>oc, i ovidotti poli magnetici della terra.
     No« si può determinare eoo precisione l'epoca dalla quale i marini abbiano cominciato a tener conto delia variazione. Ewsteva a Maniglia una vecchia tradizione, che navigando nel Mediterraneo, wr» oriente «d occidente, si doveva spostare Taso dal giglio della rosa, onde approdare a buon porto. Se questa tradizione datasse da tempi anteriori a Colombo, ri dovrebbe eoachiodere, che la variazione magnetica fosse •tata conosciuta fino dalia prima moti del secolo dccimoquinto. K di finto «uste nella vita di Colombo, scritta da suo figlio