218 CAPITOLO XIV. i fatti dell'astronomia dai sogni dell’astrologia, « insensata figlia di saggia madre » e combinando colle pazienti osservazioni il periodo tetraeteride, che ogni quattro anni ed allo stesso giorno rimena le intemperie, pone le basi della Meteorologia, profetessa degli eventi capricciosi del tempo. Egli disegna sulla sfera la bella figura delle costellazioni che tramanda col suo nome alle lontane età venture. La difficoltà di combinare i moti del Sole e della Luna, in modo cho le festività regolato sull’astro della notte abbiano a succedere nelle stesse stagioni recate dal luminare del giorno, viene risolta da Melone, l’inventore dell’ eliometro, che trova il ciclo dei 19 anni lunari. La notizia che il problema è risolto è accolta con applausi dalla folla riunita per i giuochi olimpici ed il numero trovato, base di tutti i calendari, viene inciso in oro sulle tavole di rame e chiamato per sempre « numero d’oro ». Mentre la scuola Ionica attende con ardore a' suoi studi, un' altra ancora più celebre viene fondata a Crotone sui bei lidi della Magna Grecia d’Italia. Là, uno stuolo di giovani iniziati seduti sulla gradinata dell’esastilo tempio studia giorno e notte le leggi dell’Universo. Alto in mezzo a loro è Pitagora, il savio cui tre città — Samo, Filiunte e Tiro — vogliono essere madri. Egli insegna che la stella Fosforo del mattino è la stella Esperò della sera e tutte due sono Venere, Lo bel pianeta che ad amar conforta. (Dante) Precorrendo Coppernico, il genio di Pitagora ferma il Sole e gli spinge in giro la Terra e tutti gli altri pianeti. Tratto dal magico accordo che i suoni hanno colle vibrazioni egli immagina la poetica armonia degli astri si tanto