ASTRONOMIA 219 melodiosa che l’orecchio umano fatto di terra non può percepire. There’s not the smallest orb, which thou behold'st, Rut in his motion like an angel sings, Still quiring to the young-eyed cherubins, Such harmony is in immortal songs! (SHAKESPEARE) La bella dottrina pitagorica del moto della Terra viene seguita ed insegnata da Filolao di Taranto, da Empedocle d’Agrigento, da Xiceta di Siracusa, da Eraclide di Ponto. Ad Klea, futura Velia, sulle spiaggie incantate del Tirreno, ove l’aria ha il profumo dei fiori, ha vita la scuola eleatica che nega l'autorità ai sensi per darla alla ragione. Senofane e Zenone capi di quella dottrina credono che la Luna sia un mondo abitato. Il grande di Stagira fonda in Atene la scuola peripatetica e scrive il suo trattato « Del cielo ». Fra i proseliti di Aristotile è Pitea di Marsiglia che per misurare le latitudini dei paesi mediante le ombre del So!e viaggia arditamente per tutto il mondo e si spinge sino alla famosa « Ultima Thule ove più non esiste nè terra, nè mare, nè aria ». Egli è il primo a vedere il Sole senza tramonto. * * • Alla splendida e colta Alessandria, creazione del prode macedone, corrono e s'inspirano gli studiosi di ogni paese. I Tolomei, nuovi faraoni d’ Egitto, degni discendenti di Alessandro Magno, aprono accanto alla reggia la più ricca biblio-