252 CAPITOLO XVI. ■quali difficoltà incontrerebbe l’analista, che si accingesse a tentare la risoluzione del problema generalo della meccanica dell’atmosfera. Ben inteso che è sempre possibile trattare analiticamente questioni parziali riguardanti l’atmosfera, applicando lo leggi che ci sono note dalla fisica, e poiché da essa sappiamo che i gas sono espansibili, pesanti e che possono secondo la legge di Boy le ridurre il loro volume alla metà, ad un terzo eec. per pressioni doppie, triplo ecc. essendo costante la temperatura, e poiché sappiamo ancora che si dilatano sotto l’energia termica, e che per i gas puri (perfetti) è soddisfatta la legge di Gay Lussac e quella più generale di Chasles ecg. ecc. approfittando delle nozioni della fisica possiamo farne applicazioni alla atmosfera e dedurre conseguenze preziose, anche so limitate, per lo studio teorico di quella. Alcuno conseguenze che ne derivano ci si manifestano subito in natura; ma sono quelle sostanziali, fondamentali. diroi anzi rudimentali, come la circolazione aerea generale sotto le energie termiche disegualmente distribuite sulla terra, e anche quelle conseguenze nel fatto ci si mostrano 0 deficienti, o incompleto. Ciò dipende perchè alla semplicità delle nostro ipotesi il fenomeno, cho è complesso, vi si ribella. Se la terra fosse senza specchi liquidi, cioè se l’atmosfera si componesse dei due gas, azoto o ossigeno, le questioni meteoriche sarebbero enormemente semplificate, ma la perenne inocu- 1 azioni' deH’acqua nell'aria sotto forma di vapore acquoso modifica lo propriet* fisiche dell’aria, e le leggi quindi della fisica si fanno parzialmente difettose, quando vogliamo considerare la miscela aerea come un gas puro ; di più il vaporo acquoso è veicolo della distribuzione del calore e della elettricità aerea, senza considerare elio per esso e solo per esso abbiamo la nebbia, le nubi, la rugiala, il sereno, la brina, la pioggia, la neve, la grandino, nonché importanti fenomeni ottici dell’atmosfera.