180 CAPITOLO XIII. da un solo centennio, e noi abbiamo la singoiar fortuna di poter asserire che sono l’opera imperitura del secolo nostro. Ma fra tanta gioia non possiamo commettere l’ingiustizia di obliare due nomi, due martiri, direi quasi, della navigazione a vapore, cui sacrificarono e vita e sostanze, e sono : Papin e Jouffroy, due vere glorie della Francia, ma di quelle glorio che emanano dal genio incompreso ! I’apin lavorò per oltre un ventennio intorno allo sue scoperte, ma, proscritto dalla Francia, la gloria di aver accolto il suo bastimento caddo sulla Germania. Rifugiatosi in Inghilterra, nel 1707 sottopose le sue scoperte A Newton, il quale troppo assorto nella contemplazione del cielo, mal comprese l’invenzione del medico ugonotto ed il povero vecchio mori profugo ed oscuro. E qui riflettasi un momento, quale vantaggio non sarebbe stato largito all' umanità sa Dionisio Papin avesse incontrato miglior fortuna nella terra di Miller, di Symington e di Taylor, e se ottani' anni prima di loro avesse potuto mettere in atto le sue idee. Più tardi il marchese di JoutTroy promosse in Francia la Navigazione a vaporo e per trent'anni fece studi ed esperimenti, ma non ebbe altra ricompensa che i sarcasmi dei boriosi cortigiani di Versailles : Connaisscs-rouz ce fou qui prétend accorder le feu et t eau f Possiamo nundimeno consolarci dell' opera del secolo no-, stro ; noi abbiamo riguadagnato il tempo perduto e se oggi la navigazione a vapore non ha raggiunto il sommo delle perfezioni, essa non è certamente bambina. La navigazione a vapore ha potuto nondimeno in cosi breve volger di anni avviluppare il globo in una rete di linee che sono per la vita sociale dell' umanità presente ciò che le vene sono pel nostro corpo, ciò che le correnti oceaniche e le correnti atmosferiche sono per la vita fisica del nostro pianeta.