AFORISMI Sl'Ll.A STORIA F.Cr. mente la fioriva, onde correggere la corsa, e rimorchiavano a tale «copo la cosidetta catena a poppa, che Humboldt erroneamente confuse colla harchetta (loche) dei nostri di. Queste sono le scarsissime conoscente nautiche dello quali disponevano Colombo ed i suoi contemporanei, e pur« erano sufficienti per scoprire la via delle Indie, oltre il capo di Buona Speranza. Con esse Colombo attraversò l'Atlantico, con esse Vespucci giunse a 50* di latitudine sud. e Magellano e successivamente Sebastiano del Cano circamnavignrono per la prima volta il globo terracqueo. Senonohó la variazione magnetica, riconosciuta senza dubbio da Colombo e dai suoi compagni, non solo nella sua essenza, ma anche nei cangiamenti ai quali va soggetta col mutare di posizione geografica, cau*> gravi errori nelle prime carte dell'America che si delincarono. Non tutti i naviganti erano, cioè, di coltura elevata come si può diro del Colombo, del Vespucci, del Magellano e di altri illustri, ma la grande massa dei capitani di quei tempi era («vera di cognizioni teoriche e tecniche, l’na volta riconosciuta l'esistenza della variazione e provata la sua mutabilità, si deve credere che nessun capitano avrebbe potuto trascurare di convertire le corse magnetiche in vere, prima di impiegarle quali elementi di calcolo. Invece Medina, autore di un trattato dell'arte del navigare, compilato mezzo secolo più tardi della scoperta, negava la variabilità della declinazione, ed aveva ad onta di ciò la baldanza dì dichiarare nei proemio alla sua opera che l'ignoranza dei piloti era la sola causa per coi succedevano si frequenti disastri. Ora se un Medina sapeva tanto poco di nautica, nessuna meraviglia et»' ì condottieri delle navi transatlantiche o non considerassero affatto la variazione, oppure la ammettessero costante. In questa maniera quando approdavano ai lidi ame-