246 CAPITOLO XV. un guerriero che, provvisto di scudo ed armato di clava, sembra combattere il Toro ed inseguire le Pleiadi. Un suo piede tocca 1' Erida.no, fiume composto di una serie di stelle formanti una linea serpeggiante che va Ano al Tucano, l’altro (loggia sulla Lepre. Si crodette che, quando questa costellazione si trovava in posizione tale da precedere la levata dei Sole, seguissero tempeste e pioggie e quindi gli antichi diedero ad Orione gli epiteti di Imbrifer (apportato!1 di pioggia), Nimbosm (il nebuloso), ed Aqiumu (il piovoso). Orione consta di setto stelle principali, quattro a, ¡3, Yi * occupano gli angoli di un grande quadrilatero, e le altre tre 8, t, C, formanti il Cinto, detto anche i Tre Re o il Rastrello o il bastone di Giacobbe, sono disposte in linea obbli-qua nel mozzo del quadrilatero stesso. In questa costellazione vi sono stelle variabili come la a, stelle doppie come Righel, multiple come il trapezio e nebulose. La nebulosa di Oiu'one, visibile in ambedue gli emisferi, posta sotto il Cinto, appartiene alle irregolari. Questa immensa nebulosa, la più bella del cielo, occupa uno spazio molto più grande di quello occupato dall’ intero nostro sistema planetario ; la parto centrale di essa è formata come di fiocchi di cotone accumulati a modo di piramidi luminosissime. La linea del Cinto d'Orione, da una parte incontra Sirio, la più brillante di tutte le stelle e centro di un sistema planetario. Sirio appartiene alla costellazione del Cane maggiore ; è una dello stelle più vicine a noi e di color biancheggiante. In Sirio gli Egiziani mettevano la sede delle anime beate, atteso che esse furono in vita obbedienti, fedeli e vigili come il cane. Secondo le misure fotometriche della luce di Sirio, sembra essere questo astro da 1700 a 2000 volte più grosso del nostro Sole. La stessa linea dalla parte opposta incontra Aldebaran o l’ Occhio del Toro, stella di prima grandezza e rosseg-