CAPITOLO Ut. ricusa. l'n ¡strumento, ideato a tal fine e descritto nelTarchi-tettura «li Vitruvio, non ebbe giammai uso pratico nella navigazione e sarebbe stato anche troppo complicato. Consisteva di due ruote applicate ai fianchi esterni della nave, le quali masse, dalla resistenza del mezzo, facevano girare due tamburi interni, portati da un asae comune. Erano questi ripieni di pram’limi, e muniti di on fora Ogni volta che le ruote «•teme compivano una rivoluzione, un granellino cadeva dal foro, e dal numero dei granelli cadati in un dato tempo si de»ltH-eva la strada percorsa. Da questa descrizione si com-prrntfc» come (‘applicano!» deH'odometro romano sarebbe riuscita troppo malagevole per la piccole navi dei tempi colombiani. I piloti invece avevano una certa abilità nello stimare il cammino, che gli spognuoli chiamavano il metodo di determinar« il ponto por fontana (Echar el punto por fan-Mai*). Mediante la bussola e fidando» della propria esperien-»*, i pik>U calcolavano adunque il viaggio fatto da meizodì a »modi, e segnavano il ponto ottenuto sulla carta ; a me*-and) ottenevano poi aneti« la latitodine dedotta astronomicamente mediante l'wwnrnufooe deU’altoua meridiana del sole. Codi*oando il punto stimato coH*c«ervazione della latitudine, giungevano poi arcuante un raziocinio basato sulla propria esperienza a determinar«, secondo le loro vedute, il punto «mito della nave. E coododevaao quindi, dal confronto col punto del menadi antecedente, sulla differenza di longitudine Siccome pei nel determinare il punto da tre elementi, cioè dalla cono, dalla distanza e dalla latitodine «nervata, nasceva l'incertezza se imw dovuto darsi maggior peso alla runa oppure alia distanza, co» deciderai a favore della corsa, «w quella che era stata prerisamente determinata, e eo-■Meetxfe «sà stessi che la dìstaaia pò- approssimazione non poteva esserv esatta. Osservavano quindi molto diligente-