130 CAPITOLO X. l.i natimi noti compie con mezzo no marittimo, ne Hu-viale lo colmato che inizia. Bisogna che un movimento tellurico lievi o sommerga, ovvero che l’uomo si inetta in capo di doverle egli dii sù portare queste operazioni a buon punto, l’na volta, ripetondo queste cose si poeo meditate dall’ u-nivcrsule, sebbene cosi necessarie a considerarsi, io mi sentiva a soggiungere che ciò per l'appunto dimostrava essere in tutto logici coloro, i quali vogliono accingersi ad aiutare la natura in codesto suo lavoro di interrimento poiché essa non vi basta da sola. L’interruzione era speciosa, ma per essere qualche cosa di serio l’interruttore avrebbe dovuto provare duo rose. La prima che la condizione terrestre valga meglio della marittima, e che quindi la colmata sia da desiderarsi, e su dò, por quanto oppaguabili, avrebbe potuto dire assai cose degne di nota; la seconda che un aiuto vero ed efficace al lavoro del la natura sia veramente possibile, cioè in giusto rapporto coll’ estensione dell’opera e il limite di tempo entro il quale bisognerebbe |mr terminarla, affinchè il provvedimento non venisse preceduto dall’ eccidio. fi anzi da questa seconda proposizione che gli bisogna principiare, volendo discutere con qualche ordine, in quan-tochè, se l'interrimento non |tot«we dimostrarsi veramente, cioè profittevolmente abitabile da mezzi tecnici, sarebbe al tntto ozioso e puerile lo arrahattarrisi intorno. Kbbene. Si può I Per interrare, il vocabolo stesso lo dice, è della terra che ci vuole, e questa, ove si tratti, por esempio, di parecchie eentinaia di milioni di metri cubi bisogna averla proprio in grandissima prossimità del luogo, perchè ne a ribraccio, nè a vapore non si porta di certo. Poniamo che occorrono cinquecento milioni di metri cubi (che è forse il terzo del vero), quanti ne possiamo noi avere per mezzo di tutte le alluvioni fluviatili importabili nella laguna ì