VITA POLINESIANA 287 né del dolore muto degli uomini, per commuovere il comandante, il quale comprendeva che avrebbe perduto quella famiglia patriarcale togliendole il suo capo. Al suo ritorno in patria, il comando del Briton segnalo nel suo rapporto l’opera di pentimento del vecchio Adums, che si era fatto il pastore e l’educatore del piccolo drappello. Tutta l’Inghilterra si commosse, altri bastimenti visitarono l'isola ed i racconti che ne portavano eccitarono sempre più la simpatia e l’interesse del popolo inglese. Si fondò il Pit-caivn Island fitri'l per sovvenire ai bisogni di questa nuova colonia, ed infine la madre patria, prendendo quest’opera di riabilitazione sotto la sua protezione, spedi nel 1825 una nave da guerra, il fìlossom, a portare ad Adams il suo perdono e alla popolazione i regali d’ogni genere, che una sottoscrizione quasi nazionale aveva preparato. Il capitano Beechey racconta che, al suo arrivo, Adams stesso si trovava nel battello che primo si appressò al Blos-som. Sei robusti giovanotti lo accompagnavano e subito salirono a bordo, ma Adams parve esitare alla vista del bastimento che gli ricordava il primo periodo della suu viti* avventurosa; al vedere poi i cannoni e gli attrezzi, tanta parte della sua giovinezza, la commozione lo vinse e calde lacrime gli rigarono le guancie e la candida barba. Il capitano Beechey passò 18 giorni fra i felici abitanti di Pitcairn ; popolo ingenuo e puro, che realizzava la favola dell’ età d’.oro. Il villaggio, composto di capanne modeste ma pulite, coperte di foglie di pandano e di cocco, dimostrava che la comodità e il benessere, se non l'agiatezza, regnavano fra quei coloni agili, robusti e belli, daU‘aspetto dolco e piacevole. Essi erano allora circa 70 e Adams cominciava a temere che, aumentando ancora la popolazione, venissero a mancarle i mezzi di sussistenza. Manifestò a Bee-chey i suoi timori e il progetto di trasferire altrove la colonia, ove il governo inglese lo aiutasse. Adams mori nel