LIBRO TERZO. 105 V * mente additando agli Spagnuoli la ftrada . II Marchefe di 1646 Torrecufo , che comandava T efercito , appena sbarcato , & incendiati a Telamone quali tutti i legni da carico , che vi havevano (afciato i Franceii , incamminandoli verfo la piazza , aiìrinfe il Principe Tommafo a levarli . Egli , che con deboli forze fi ritrovava , perduta la gente nelle fazioni , ò refa inutile per 1' infermità nell’ aria corrotta delle maremme , fi ritirò a Telamone , e ritornata 1’ armata navale , che il Mazarini con ordini preifanti v’ havea riefpedito , s’ imbarcò , & andato in Piemonte co’ fuoi , rimandò il rimanente dell’ efercito a ripofar in Provenza . Il Gatta fortito nelle abbandonate trinciere , guadagnò ricche fpoglie , e venti cannoni , deturpando però la vittoria con far tagliar a pezzi crudelmente alcuni Franceii infermi , che reftarono addietro . L’armata del Pimiento contenta del confeguito vantaggio , ritornò fubito verfo i porti di Spagna contra il parer degli altri Miniftri della Corona, che fentivano,doveiTe fermarli . Del fuccelfo di Orbetello godè altrettanto l’Italia, quanto che penetrati gli oggetti vaftiffimi del Cardinale , havea mirato 1’ imprefa con gelolìa ; ma fopra tutti efultò il Pontefice , c’ havendo ancorché cautamente fecondato gl’ interefii di Spagna , fprezzava le amare doglianze de’ Franceii , amando meglio udire le querele lontane , che provar da vicino le loro luiìnghe . Per il contrario fe ne cruciava il Cardinal Mazarini , ingiuriato fuor del coftume dalla fortuna , & irritato dalle Satire , e motti pungenti , che con foverchia licenza correvano in Roma , e forfè più con la folita libertà s’ udivano in Francia , dove agli aculei s’ aggiungevano rimproveri acerbi, che, abbandonati gl’intereffi di Catalogna , & indebolite l’armi in Fiandra, havelfe atte-fo folamente a pafcere le fue private vendette in Italia . Ma intefo , che 1’ armata nemica in Spagna fe ne ritornava , chiamato in Fonteneblò d’ improvifo il coniiglio della Reg-genza , vi fece deliberare 1’ imprefa di Piombino, e di Por-tolongone , credendo con doppio colpo ferir vivamente non meno il Pontefice , che gli Spagnuoli $ poiché la piazza di Piombino tenuta da guarnigione di Spagna , apparteneva col fuo picciolo Principato al Ludovifio , Nipote del Papa . Si vide