FRA TERRA K MARE 110 « fatto prima di me, che la spessezza dello s'rato di « acqua superiore posta in movimento poteva variare da dieci a ottanta braccia. » Lo Spallanzani dimostra che le lave «coriacee nell'isola rii Stromboli a 124 piedi (40, no.) sotto acqua sono per jrli urti delle onde tempestose sfracellate e ridotte in aromi. Tutti Ranno che il fatto è vero; lo Smith aggiunge anzi '■he i sages of Stroinf/oli spiegano il fatto dicendo che un abisso alla Inse dell'isola continuamente assorbe le emissioni e riempie i vulcani. Questa è l’opinione della gente del luogo, che lo Spallanzani poi confuta con ragioni e fotti convincentissimi. Il Germain stesso, uno dei sostenitori del limite alla profondità dell'azione del flutto, non dubita di scrivere le seguenti parole, delle quali naturalmente il Cialdi s'impadronisce : «Anche nelle onde di piccola altezza, ma di grande « lunghezza l’agitaziono si può del pari estendere a gran li « profondità e perciò agire sopra fondi situati ad un livello « molto basso. Si sono vedute delle onde le quali non ave-« vano che 3 cent., ai altezza per 30 di amplitudine. t^on « lunghezze siffatte, egli conclude, una velocilà di qualche « metro indicherebbe necessariamente una profondità eon-i-« derubile di azione ». E eonchinde per una relazione indubitata tra la lunghezza, la velocità e la profondità dell'agitazione delle acque, e cita l'asiicurazione data dal Codeviola ul M<*rradier, che alien-irata del porto di Genova, ove il fondo era a dodici m**tri circa, si era formalo un banco alto quattro, dissipato poi al tntto dall'azione delle tempeste e senza più mai riprodursi. Ma l'insieme più particolareggiato e curioso di osservazioni intorno al lavoro dei flotti sul fondo, è quello dei trasporti a delle deformazioni dei differenti oggetti, che formavano il carico e l'armamento della somme.sa fregata Thetin disfatta dai flutti ulla profondità di oltre 22 metri.