52 CAPITOLO V. -«- duglie dell'anUcbiU. Senza il rostro non era nave da guerra, dice Floro. E Cesare ripete : « Naves eorum ornili genere armorum ornatissiraae. > *) Quauto alle difese devo ricordare che in ogni tempo gli uomini, messi alle stretta e nelle medesime necessità, hanno fatto sempre lo stesse cose. Oggi chiodano per la difesa dei Imstimenti le blinde e le corazze, piastroni di ferro tanto fatti, difesa proporzionale aU'otTesa delle moderne artiglierie. In ogni tempo si tanno ripari con debite proporzioni. Nel secolo passato, contro la moschetteria del nemico si munivano i parapetti di bordo con le brande, con lo materasse, col cordame vecchio e con simili attrezzi : si diceva far la bastila. Nel cinquecento si metteva per rinforzo a tutta l’opera morta una muraglia di mattoni e calcina, uso ricordato dal liartoli, donde venne il nome di Murata a tutto il fianco del bastimento fuor d'acqua. I cavalieri di Rodi nell’arsenale di Nizza foderavano la loro caracca con piastra di piombo per ammorzamento, e ne da la descrizione il liosio nella sua storia all'anno 1530. Nel trecento le navi e le galera si riparavano con una tesa continua di quegli scudi quadrati e grossi che, per essere inventati a Pavia, si chiamavano Paresi : e tutta la difesa pigliava il nome italiano di Pavesata. Nel medio evo il conte Enrico aveva foderato di ferro la sua gran nave piratica e la chiamava lecrn/xtrden, Barba-di ferro *). Nel tempo delle crociate, per difendersi dallo macchine e dai sassi dei Saraceni e dal fuoco greco, si coprivano di fortissima tettoia foderata di lamiera di ferro, e sopravi *) Floro.* I. il. — Cmmt. De Mio gallico. Lib. HI, 71. *) Suirle-Hiniiis. Chron. « Erica* Comes nuurnjun hsbebat nasini. qua utehatnr in praoiatioaibit*, munì Uni uttdique >b imi» fori* wque fui Minimum ferrei» cuspnlibn», mUoqu» ferreo, rircum circa in Mimmo, vocahalqne eain Barteun forrnun *. Schvffcr. De rv navali. L'psala, lfòt, pag. X!7.