I.A BATTAGLIA t>I CAI‘0 D'OKSO 65 Ji quel tempo, prima io assetto di combattimento, poi combattente, piuttosto che presentar loro un' arida esposizione ■legli ordinamenti e dei rne/zi delle marine militari dei scroio decimoeesto. In oltre, questa attaglia di Capo Orso dii argomento ad alcune considerazioni importanti. I*a tuona di Filippino >ii staccar tre galee dal grosso della squadra, era antica, usata sempre dai genovesi, e ultimamente dall'Asse reto alla battaglia di l’onza: come mai non l'indovinò il Moncada, o almeno, il Giustiniani, marino e genovese ? Scrive il Giovio: avere il viceré creduto che le tre galee * fuggissero per paura > ma ò poco verisimile, per la grande riputazione di cui godeva la marineria d* Andrea I)oria. Il Moncada forse sperò di opprimere con tutte le forze sue le cinque galee uemicho rimaste sole : comunque erro : poiché regola d'ogni squadra che entri in battaglia fu e sarà sempre quella di formarsi una riserva. Devonsi poi considerare in cotesto scontro gli effetti delle artiglierie : oramai si puntava con cura, si accentravano i fuochi : cannoni e moschetti contribuivano già alla vittoria quanto le armi bianche, giacché, sparati da vicino, menavano strage : in fatti le perdite delle otto galeo che vinsero a Capo Orso furono gravi pin di quelle dei ventisette vascelli di linea che vinsero a Trafalgar. Vero e che vuoisi tenere conto della differenza tra la gente di guerra di quel tempo e del nostro : allora una nobiltà armigera, una soldatesca mercenaria usa a battersi di continuo, e ferocia io tutti, massime nei combattimenti uavali perchè, pur ottenendo quartiere, i vinti erano messi al remo. C, Hajìdaccio s